Franz von Suppé (1819-1895), un compositore nascosto dalla propria musica

 

Se ci si mette a setacciare la storia della musica alla ricerca di curiosità, di queste se ne trovano davvero tante. Ci sono naturalmente i compositori famosi, quelli meno famosi, e altri praticamente sconosciuti oggi ma che erano assai ben noti all’epoca in cui vissero. Si incontrano pure brani musicali che quasi tutti conoscono e di cui quasi nessuno saprebbe indicare l’autore (chi ricorda gli autori di Stille Nacht, Fascination, o Happy Birthday...). Per dirla in altre parole, esistono brani musicali ben più popolari del loro autore. Questo è il caso, per esempio, dell’ouverture da concerto “Poeta e Contadino”, composta nel 1846 da Franz von Suppé. 

 

Von Suppé, chi era veramente costui?! Ebbene, prendiamo fiato perché esistono nomi di fronte ai quali lo sforzo di pronunciare il mio, Marcello Sorce Keller, pare una bazzecola. Infatti il vero nome di von Suppé era Francesco Ezechiele Ermenegildo Cavaliere Suppé Demelli. Chiamiamolo solo von Suppé, aggiungendo che era un Dalmata, che studiò a Padova e successivamente si trapiantò a Vienna dove si affermò come compositore di operette. Von Suppé era un musicista alla moda, di fronte al quale gli intellettuali arricciavano il naso. Il famoso Eduard Hanslick, il padreterno della critica musicale viennese di allora, diceva che la musica di von Suppé era paragonabile a un magazzino di merce usata pieno di abiti di fogge diverse, raffazzonati e rimessi a nuovo. Dobbiamo considerare che ci troviamo a metà Ottocento, il periodo cruciale in cui si stava elaborando quell’estetica secondo la quale esiste una musica leggera da un lato e, dall'altro una musica…“pesante”. La prima alimenta il vile mercato del divertimento e l’altra produce opere sublimi, profonde, che accontentano i palombari dell’estetica musicale e sono destinate alla posterità. Francesco Ezechiele Ermenegildo Cavaliere Suppé Demelli si occupava chiaramente della prima. Ma ci sapeva fare, le sue operette divertivano e anche le ouverture “Poeta e contadino” e “Cavalleria leggera”, che non sono in fondo affatto male, le ascoltiamo anche noi noi quando la troviamo in qualche disco-antologia o ci capitano in un programma radiofonico. 

 

Suppé, comunque, si può dire compositore scomparso dietro la propria musica. Conosciamo e riconosciamo alcuni suoi brani, ma pochi ricordano il suo nome. Non è però questo proprio quello che avviene nelle tradizioni musicali orali? Non è questo proprio quello che avviene nel mondo della musica tradizionale? Questi sono ambiti del musicale in cui il concetto di autore letteralmente scompare. A un compositore che vive della propria musica può non far piacere l'idea di scomparire, ed è comprensibile, ma in fondo c’è qualcosa di bello e di sano in una musica che diventa parte di una tradizione, di un ambiente, un tappeto sonoro che appartiene alla memoria e alla consapevolezza di tutti. Piaccia o non piaccia, questo è proprio quanto è avvenuto alla musica di von Suppé.