Sale da concerto

 

Non ci pensiamo quasi mai, ma buona parte della musica “classica” che siamo abituati ad ascoltare in sale da concerto che oggi si costruiscono appositamente per questo scopo, fu composta in un’epoca (fino alla prima metà dell’800, cioè) in cui queste sale da concerto in realtà non esistevano ancora. Ecco quindi che ascoltare oggi Vivaldi o Haydn in una di queste sale vuol dire collocare le loro musiche in un ambiente per cui non erano state pensate.  Quale è la differenza? Secondo i casi può essere modesta oppure rilevante. Pensiamo al fenomeno della risonanza, del riverbero. I preludi e fughe del “Clavicembalo ben temperato” di J.S. Bach hanno un “ritmo armonico” (un succedersi di situazioni accordali) piuttosto rapido. Ciò è, come fece notare Kurt Blaukopf (Musik im Wandel der Gesellschaft, 1982), in ragione del fatto che sono brani per tastiera, pensati per essere suonati in ambienti relativamente piccoli, senza riverbero e, quindi, senza il pericolo di sovrapposizioni cacofoniche tra gli accordi che si succedono speditamente (si può quindi facilmente comprendere, quanto diverso possa essere il loro effetto in una sala anche di media grandezza). Le Cantate e le Passioni dello stesso Bach, invece, fatte per essere eseguite in chiesa, hanno un ritmo armonico meno serrato, adatto quindi ad un ambiente con una certa strutturale presenza di riverbero.